Quanto è importante la condivisione nella moda sostenibile? Moltissimo, perché la sfida è talmente ambiziosa che solo con la collaborazione tra realtà diverse è possibile definire nuovi paradigmi Questo è quello che Global Fashion Agenda, una organizzazione internazionale con sede a Copenaghen dove i brand sono chiamati a collaborare su temi specifici per trovare nuove soluzioni. Un luogo strategico per il mondo della moda, con al vertice una donna italiana dalla carriera strepitosa: Federica Marchionni, la protagonista dell’intervista di questo episodio.

C’è un posto dove ASOS, BESTSELLER, Global Fashion Group, H&M Group, Kering, Nike, PVH Corp., Ralph Lauren Corporation e Target, si incontrano per collaborare e trovare nuove soluzioni. Ecco cosa fa Global Fashion Agenda, un’organizzazione che agevola il dialogo e il confronto lungo tutta la catena di fornitura, per individuare percorsi condivisi di sviluppo. Si tratta di un’azione che serve anche per creare policy che possano essere utili ai decisori politici chiamati a prendere decisioni che investono tutto il settore. All’interno di questo meccanismo ci sono anche le ONG, che portano la voce di coloro che altrimenti non saprebbero come farsi sentire. Non è facile mettere insieme realtà così diverse, ma la condivisione e la collaborazione sono fondamentali quando si parla di moda sostenibile. Ci sono anche altre organismi che fanno lo stesso tipo di lavoro di sintesi, ma forse Global Fashion Agenda è il più noto, perché promuove dal 2009 il Copenaghen Fashion Summit, una manifestazione internazionale che ha saputo imporsi come momento di incontro in cui si fa il punto sugli obiettivi del settore.

Il 7 e l’8 giugno torna il Global Fashion Summit

Dopo due edizioni digitali, quest’anno l’evento tornerà a svolgersi in presenza: si svolgerà il 7 e l’8 giugno e avrà anche un nuovo nome: si chiamerà “Global Fashion Summit”, per sottolineare l’importanza sempre maggiore che ha assunto all’interno del settore. E’ stato definito anche il tema “Alliances for a new era”. Probabilmente da questo evento, che generalmente raccoglie i personaggi più importanti del settore, verranno fuori alcune indicazioni sul futuro della moda, ammesso che qualcuno possa capire quando smetteremo di navigare a vista.

Insieme al Summit, gli altri appuntamenti fissi di Global Fashion Agenda sono due pubblicazioni:

– FASHION CEO AGENDA, che ogni anno delinea le priorità di sostenibilità cruciali per i leader della moda. 

– il report Fashion on Climate, un’analisi delle emissioni di gas serra del settore e di come le parti interessate della moda possono concentrare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi climatici. 

La forza della condivisione

Ci sono numerose che si occupano di fare sintesi di istanze diverse nel mondo della moda, alcune anche con progetti specifici in cui aziende diverse si mettono insieme per trovare soluzioni innovative. Praticamente  brand diversi, che sono posizionati su fasce diverse del mercato, cercano soluzioni comuni a problemi che alla fine sono di tutti e che nella maggioranza dei casi coinvolgono anche la catena di fornitura. Condividere la propria esperienza può essere una grande occasione di crescita e nessuno di questi brand ha paura di essere copiato, perché ognuno segue il proprio percorso e interpreta le innovazioni in maniera diversa. Ma lavorare insieme su un tema comune rende anche possibile raggiungere più velocemente il risultato. 

Federica Marchionni, una donna al vertice della moda

Insomma Global Fashion Agenda è un organismo molto importante per il mondo della moda e sapete chi lo sta guidando? Una donna italiana, Federica Marchionni. Una donna straordinaria, che ha costruito il suo percorso nella moda passo dopo passo, ricoprendo ruoli direzioni sempre più importanti. E’ stata vicepresidente di Ferrari, presidente di Dolce & Gabbana USA, e prima donna italiana a dirigere una società quotata a Wall Street, la Lands’ End. Racconta la sua avvincente storia professionale nel suo libro “ libro Una testa piena di sogni, appena pubblicato da ROI Edizioni. Ama il made in Italy, che ha sempre promosso ne suoi vari incarichi e nel corso dell’intervista abbiamo parlato anche di questo: cosa c’è nel futuro della catena di fornitura italiana.

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