La trasparenza è un tema centrale per l’industria dell’abbigliamento e delle calzature: tracciare i capi dalla materia prima al consumatore è una vera e propria sfida. Fare i conti con la tracciabilità di ogni fase di produzioni complesse, che a volte fanno il giro del mondo, richiede l’utilizzo di metodi standardizzati di misurazione che ad oggi non sono disponibili. Questo perché la trasparenza è diventata anche una leva di marketing importante: il brand che vuole comunicare il proprio impegno responsabile, come prima cosa gioca la carta della trasparenza. Per questo è importante il Sustainability Pledge di UNECE, la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite, che fornice una linee guida e raccomandazioni che possono rappresentare la base per una nuova legislazione comune tra i vari Stati.

Il toolkit di UNECE e la call to action

Il toolkit UNECE offre soluzioni per stabilire la provenienza e composizione per qualsiasi capo di abbigliamento o paio di scarpe. Il kit contiene un insieme di raccomandazioni politiche, linee guida di implementazione e standard approvati dagli Stati membri dell’UNECE che forniscono soluzioni di tracciabilità e trasparenza per tracciare qualsiasi indumento o calzatura da componenti grezzi al punto di acquisto.

Con l’adozione del Toolkit gli Stati membri hanno contestualmente lanciato “The Sustainability Pledge”, una iniziativa che invita i governi, i produttori di abbigliamento e calzature e le parti interessate del settore a impegnarsi ad applicare questo kit di misure e a compiere un passo positivo verso il miglioramento delle credenziali ambientali ed etiche del settore. I soggetti interessati a condividere le proprie buone pratiche o a prendere un impegno concreto per il miglioramento dei propri standard di trasparenza, possono rispondere alla call to action. Tutte le esperienze e gli impegni raccolti, saranno condiviso nel prossimo summit UNECE su questo tema, previsto per il 21-23 settembre a Milano.

“Una volta che conosciamo la provenienza e come sono realizzati i vestiti e le scarpe che acquistiamo, possiamo prendere decisioni informate come consumatori sulle dichiarazioni di sostenibilità di questi capi”, ha affermatoOlga Algayerova, Segretario esecutivo dell’UNECE “Possiamo garantire che i nostri vestiti e le nostre scarpe facciano parte di un ciclo virtuoso di produzione in cui vengono eliminati i materiali non riciclabili e riutilizzate materie prime pregiate”.

Il ruolo di Italia e Francia nel dibattito sulla trasparenza

 L’Italia ha assunto un ruolo di primo piano nell’esplorazione del ruolo che le tecnologie digitali possono svolgere per fornire ai consumatori informazioni affidabili e aggiornate sulla vita dei prodotti e per aiutare i produttori, in particolare le PMI, ad aumentare l’efficienza e la sostenibilità dei processi produttivi. Mentre la Francia ha recentemente adottato una serie di leggi che sono all’avanguardia nel progresso della regione verso una maggiore circolarità, trasparenza e una condotta aziendale più responsabile.

La sperimentazione di un nuovo sistema di blockchain

Oltre 250 esperti, attivisti, rappresentanti del governo e addetti ai lavori del settore hanno contribuito alla elaborazione delle raccomandazioni e delle linee guida e hanno stabilito uno standard concordato per la loro applicazione. Un’applicazione pilota blockchain per il cotone è stata lanciata nel 2020 e all’inizio di quest’anno è stata lanciata un’applicazione pilota simile per la pelle.

Vivienne Westwood è stato il brand che ha sperimentato per primo il sistema di tracciabilità. “Vivienne Westwood ha messo alla prova le linee guida UNECE, lavorando con i nostri fornitori per risalire alle origini della loro catena di approvvigionamento per due prodotti della nostra collezione prêt-à-porter: un paio di jeans e una camicia”, ha affermato Giorgio Ravasio, Country Manager , Italia per Vivienne Westwood. “Abbiamo imparato molto attraverso i progetti pilota e siamo stati in grado di impostare processi interni per aumentare la tracciabilità e la trasparenza nella nostra catena di fornitura. Ci auguriamo che il nostro sforzo vada a beneficio non solo della nostra azienda, ma anche di tutti coloro che, nel sistema moda, mostrano sensibilità a questa materia e vogliono qualificare la propria rete di fornitura e lottare per la salvaguardia del pianeta”.

Una guida contro il greenwashing

Una parte interessante del Kit UNECE è dedicato alla comunicazione della sostenibilità e alla verifica delle informazioni sui capi che vengono fornite nell’etichetta che accompagna i capi oppure nei siti e nei vari strumenti di comunicazione. Emerge la necessità di una comunicazione più rigorosa, che vada oltre la ricerca dell’emozione e che invece si concentri su un modo più serio di fornire le informazioni al consumatore. Leggendo il documento mi sono venute in mente le indicazioni nutrizionali sulle confezioni di cibo: nessuno si aspetta che siano simpatiche o emozionanti, devono solo informare e rendere comparabili le informazioni. Non credete che serva qualcosa del genere anche nella moda?