Vestirsi di ananas? Non è un’utopia. Basta scegliere il tessuto Piñatex, quello che si sta affermando come “pelle vegetale”. Recuperando una antica tradizione delle Filippine, una start up londinese cinque anni fa iniziò a sperimentare l’uso della fibra estratta dalle piante di ananas per realizzare un materiale innovativo, che velocemente ha attirato l’attenzione del mercato e che negli anni è stato scelto da numerosi stilisti per le proprie collezioni.

Utilizzato per la produzione di accessori, giacche, scarpe e anche nell’arredamento, Piñatex è un’innovazione sostenibile che adesso diventa accessibile anche al grande pubblico, grazie al suo utilizzo nella collezione “Conscious” di H&M. D’altra parte un materiale di questo genere, il colosso del fast fashion che sta investendo per rendere sempre più sostenibile l’immagine dell’azienda non poteva lasciarselo scappare.

Una strategia di sostenibilità che non lascia niente al caso

La fondatrice dell’azienda Ananas Anam, che produce e distribuisce il materiale, è Carmen Hijosa, una spagnola che ha recuperato un’antica tradizione dell’arcipelago delle Filippine. Le donne utilizzavano questa tecnica per creare degli accessori. Con un passato nel settore della pelletteria e del cuoio, Carmen Hijosa ha fin da subito capito le potenzialità del materiale. Praticamente viene utilizzata la fibra estratta dalla pianta di ananas, che è un materiale di scarto per gli agricoltori che ne coltivano i frutti: non viene quindi consumata acqua per la coltivazione e non vengono utilizzate sostanze che contaminano il terreno. La fibra viene estratta nelle Filippine e viene poi inviata in un’azienda spagnola che produce il materiale e lo invia a Londra, dove c’è il quartier generale dell’azienda.

Le possibilità di impiego di Piñatex sono incredibili: un materiale resistente, traspirante, leggero e flessibile, che può essere utilizzato in numerosi ambiti. Un materiale che punta tutto sulla sostenibilità: infatti i trattamenti vengono fatti con sostanze Reach Compliance e i pigmenti per la colorazione hanno la certificazione GOTS, Global Organic Standard. Il trattamento del materiale viene fatto con una resina a base di acqua. Per tenere insieme la fibra viene usato il PLA, un acido polilattico che è un termoplastico biodegradabile che proviene da una biomassa rinnovabile tipicamente derivata dal mais. Il PLA fa da legante tra le fibre di ananas creando la base di Piñatex. Niente è lasciato al caso: Ananas Anam è un’azienda che nasce per creare un prodotto sostenibile.

Nel 2015 ha ottenuto il riconoscimento Peta (People for the Ethical Treatment of Animals) “Vegan Fashion Label” e ricevuto il loro Innovation Award

Materiali alternativi: la sfida del futuro

Nella moda la ricerca di materiali alternativi è diventata la sfida quotidiana. Ne ho parlato anche nell’episodio del podcast E’ il poliestere la fibra più utilizzata al mondo: ma lo conoscete davvero?

La ricerca è spesso impegnativa e richiede molti tentativi, ma è un costo che spesso i brand non sostengono: un brand acquista un materiale quando è stato sperimentato, lo interpreta nelle collezioni, lo rende disponibile ai cliente, ma raramente partecipa alla fase di studio e sviluppo. Molto spesso questo compito è affidato a start up che cercano di far prendere forma a idee innovative, senza avere un sostegno dell’industria.

L’innovazione non è più di nicchia?

E alla fine, quando il materiale è disponibile e pronto ad essere immesso sul mercato, inizia la sperimentazione da parte di designer emergenti. Pinatex è stata subito notata dai brand, Camper e Puma sono stati tra i primi a inserirli nelle loro collezioni a e testarli sul mercato. Ribattezzata “la pelle vegetale”, Pinatex ha attirato l’attenzione per la sua capacità di andare incontro ad un fetta di mercato, quello vegano, che sta assumendo dimensioni sempre più interessanti (ne parleremo presto).

Ma cosa succede quando poi l’innovazione arriva ai colossi del fast fashion? Sicuramente quella di Pinatex è una bella storia da raccontare e a volte può essere sufficiente.