A volte servono a rendere un prodotto iconico, in molti altri casi hanno un ruolo determinante per garantire la funzionalità e le performance di un prodotto: gli accessori metallici migliorano sia la durevolezza che l’estetica degli articoli di moda, in particolare nei beni di lusso. Fibbie, cerniere e catene, placche definiscono la qualità complessiva di capi e accessori. E soprattutto sono componenti che fanno parte a pieno titolo di un capo di abbigliamento.
Questo è un aspetto importante da considerare, perché quando si parla di Regolamento Ecodesign (la normativa ESPR), anche gli accessori metallici sono chiamati in causa e questa tipologia di prodotti dovrà essere in grado di soddisfare quei requisiti di durabilità, riparabilità, riciclabilità e ridotto impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita. Design modulare, uso di metalli riciclati, finiture meno impattanti, sono elementi determinanti della progettazione di un accessori metallico e che rappresentano le sfide che sta affrontando il settore.
Secondo lo “Studio Strategico sulla filiera dell’accessorio metallico”, realizzato da TEHA e presentato in occasione dell’incontro annuale del Consorzio Physis, “circa il 40% della produzione mondiale di accessori metallici destinati ai brand del Lusso è localizzata sul territorio italiano, mentre circa il 50% è attribuito ai Paesi asiatici e il restante 10% distribuito nel resto del mondo”. Proprio quella produzione destinata ai brand del lusso viene svolta da aziende che mettono insieme competenze artigianali, per la capacità di realizzare oggetti customizzati e dal design unico, ma che utilizzano strumenti innovativi come la stampa 3D e modellazione CAD. Quella dell’accessorio metallico per la moda è una filiera poco considerata in Italia; eppure lo scorso anno le 89 aziende che sono state oggetto dello studio strategico hanno fatturato quasi 2 miliardi di euro.

Per quanto riguarda le materie prime, l’approvvigionamento avviene prevalentemente da fornitori europei, anche per metalli non preziosi come stagno e leghe come l’ottone, oltre ai componenti chimici utilizzati nei trattamenti galvanici. I metalli preziosi utilizzati in Europa sono certificati dal Responsible Jewellery Council (RJC), un’organizzazione internazionale che attesta la provenienza responsabile di materiali come oro, argento e platinoidi.
Test e durabilità
Per un accessorio, che spesso è determinante per garantire la funzionalità di un prodotto, i test sono fondamentali. Gli accessori metallici sono sottoposti a test di durabilità che si concentrano in genere sulla simulazione dell’usura reale per valutarne le prestazioni a lungo termine. Questi test possono includere resistenza all’abrasione, resistenza alla trazione, esposizione ai raggi UV e resistenza chimica per valutare la capacità dell’accessorio di resistere a stress, attrito e fattori ambientali. I test specifici per gli accessori metallici possono includere test di fatica, test di corrosione e test di carico.
A questo si aggiunge aggiunge anche il fatto che nella misurazione dell’impatto ambientale di un prodotto di moda, è fondamentale provvedere anche alla misurazione dell’impatto di queste componenti, perché contribuiscono in modo significativo all’impatto ambientale complessivo. La produzione di accessori in metallo, inclusi processi come lo stampaggio e la zincatura, ha un impatto considerevole sul consumo di risorse, sull’utilizzo di acqua e sulle emissioni di gas serra.
La composizione della filiera: tra PMI e gruppi industriali
Lo studio strategico di TEHA (che vi consiglio di leggere, perché spiega molto bene tutte le fasi della lavorazione dell’accessorio) affronta anche il tema delle aggregazioni e delle scelte strategiche fatte dai produttori della filiera per restare competitivi sul mercato. Fino a circa 15 anni fa le aziende che operavano nel settore erano imprese di piccole e medie dimensioni, che spesso operavano con collaborazioni a rete, connettendosi con altre aziende che facevano lavorazioni complementari per realizzare l’accessorio finito. Ma poi le sfide del mercato hanno richiesto di fare delle scelte importanti. Alcune aziende sono state acquisite dai brand del lusso, che ritengono strategico la progettazione dell’accessorio moda per trasmettere l’identità del brand: Renato
Menegatti, ora Monde (Metal on Demand) e la portoghese Jade Group sono stati acquisiti da LVMH Métiers d’Art; Valentino ha acquisito un’azienda che è diventata Valentino Metal Lab; poi c’è stato l’ingresso di Chanel nel capitale di Leo France.
Per altri produttori la scelta è stata quella dell’aggregazione, entrando a far parte di grandi gruppi industriali: insieme le aziende sono riuscite ad affrontare meglio le richieste del mercato, come dimostra la tenuta del settore anche in momenti di crisi.

Insomma, quella dell’accessorio metallico è una galassia da scoprire: ci sono grandi player nei paesi asiatici dove si fanno grandi numeri, ma alle aziende Made in Italy è rimasto il mercato dell’eccellenza. La sostenibilità e l’innovazione sostenibile fanno parte di questa eccellenza, per fortuna.



