Moda e foreste: ci sono strette connessioni tra questi due mondi, legati in primo luogo da filo sottile come quello delle fibre cellulosiche. Ne ho parlato con Paola Deda, chairperson of the UN Alliance for Sustainable Fashion e Direttrice della Divisione Forest, Land, and Housing di UNECE nell’intervista di questo episodio.

Nel 2014 UNECE ha avviato il programma Forest for Fashion per esaminare le connessione tra ambiente e moda. Alla base del lavoro c’era la volontà di dimostrare come fosse possibile l’uso sostenibile delle foreste, concentrandosi su viscose di ultima generazione come il Lyocell, per offrire alternative naturali al poliestere, che ha un impatto ambientale significativo.

Il lyocell si produce sciogliendo la polpa di legno (principalmente eucalipto) in un solvente organico non tossico, l’N-Metil Morfolina N-Ossido (NMMO). La soluzione viene poi filata attraverso piccoli fori per formare i filamenti, che vengono immersi in acqua per rimuovere il solvente. Questo processo a “ciclo chiuso” recupera e riutilizza il solvente, rendendolo sostenibile.

Il 42% delle foreste nella regione UNECE sono gestite in modo sostenibile, il che garantisce catene di approvvigionamento senza deforestazione. La certificazione delle foreste ha un ruolo cruciale, promuovendo una gestione sostenibile che bilancia le diverse funzioni e usi delle foreste, come la biodiversità e la produzione di legno.

Obiettivo 2030: la crescita sostenibile nell’uso delle fibre cellulosiche

La circolarità è un concetto chiave: il Lyocell utilizza gli scarti di altre produzioni forestali e per questo UNECE approva la scelta di questa fibra. Secondo uno studio realizzato in collaborazione con Textile Exchange, “MMCF 2030: Envisioning the Future of Man-made Cellulosic Fibres” le fibre cellulosiche possono occupare nuovi spazi di mercato e garantire una crescita sostenibile e circolare, aumentando la produzione.

Per la salvaguardia dei diritti delle popolazioni indigene, la trasparenza e la tracciabilità nell’uso dei prodotti forestali hanno un ruolo importante per proteggere le comunità locali e autoctone, specialmente con la certificazione che include criteri sociali. Ma non dobbiamo dimenticare che ci sono viscose non certificate, associate alla deforestazione illegale: come sempre, per parlare di una fibra sostenibile è necessario raccogliere informazioni su come viene prodotta, non possiamo dare un giudizio a priori. 

Il lavoro della UN Alliance for Sustainable FAshion continua e la prossima linea d’azione sarà l’esplorazione del rapporto tra moda e sport, dato l’ampio mercato e l’uso di fibre impattanti. L’obiettivo è generare progetti concreti da queste connessioni, sottolineando l’importanza delle scelte dei consumatori per influenzare il mercato e la produzione.

Potete ascoltare tutto nell’intervista a Paola Deda, chairperson of the UN Alliance for Sustainable Fashion e Direttore della Divisione Forest, Land, and Housing a UNECE nell’intervista di questo episodio.